domenica 25 ottobre 2009

Riparte l' LHC

Un anno dopo ecco che riparte il progetto dell’LHC. Messo in pausa forzata da una fuga di elio, il gigante è ritornato a lavoro, sempre con lo stesso obiettivo ambizioso: scovare il bosone di Higgs, a tutti ormai noto come “particella di Dio”. La scoperta è di quelle da titolo in prima pagina e non solo nelle riviste scientifiche. Il bosone di Higgs, infatti, è l’unica particella del modello standard a non essere mai stata osservata sperimentalmente ma che gioca un ruolo fondamentale all’interno del modello: interagendo con le particelle elementari (leptoni, quark), sarebbe il responsabile della loro massa. In questi giorni è stata completata la fase di raffreddamento del collider: i circa 3000 magneti superconduttori e le componenti criogeniche si trovano alla temperatura di 1,9 K, valore necessario per far scorrere facilmente fino a 13000 ampère di corrente. Siamo ancora in una fase iniziale: bisognerà attendere il 2012 per i risultati dell’esperimento e tutti speriamo, dati gli ultimi spauracchi circa una fine del mondo nella stessa data...di esserci!

giovedì 22 ottobre 2009

La diagnosi precoce ci salva veramente la vita?

È la domanda che ci poniamo alla luce delle notizie provenienti dall’American Cancer Society, agenzia della salute Americana. Nella diagnosi precoce di forme tumorali più comuni come quelle al seno e alla prostata sembrerebbe che i test di screening siano efficaci nei tumori al primo stadio, potenzialmente non mortali, che non necessiterebbero di essere diagnosticati e curati. Di contro, risulterebbero carenti nelle diagnosi di forme tumorali più aggressive e letali che si espandono troppo rapidamente per essere individuate. Per Laura Esserman, ricercatrice dell’University of California e membro della American Cancer Society, il focus del problema risiede nell’incapacità di selezionare i pazienti che necessitano di cure da quelli che non hanno un effettivo bisogno. Secondo la ricercatrice, bisognerebbe lavorare per migliorare la diagnosi precoce: sì ai test, ma che siano più accurati e precisi in modo da “identificare gli uomini e le donne a rischio delle forme più aggressive di cancro, direttamente dalle prime diagnosi". In questo modo si potrebbero trattare efficacemente solo i pazienti con reale necessità con conseguente risparmio di denaro per loro e per il sistema sanitario.

lunedì 23 febbraio 2009

Quando Il cervello va in fumo


Giovedì 19 febbraio, Giovanni Biggio, professore ordinario di neuropsicofarmacologia presso la facoltà di Scienze dell'università di Cagliari, ha tenuto una interessantissima lezione al master in Comunicazione della Scienza sui meccanismi di funzionamento del cervello. La moderna neurobiologia ha dimostrato che lo sviluppo cerebrale segue tappe differenti negli individui di sesso femminile e maschile. Il cervello femminile diventa adulto a 18-20 anni, quello maschile a 18-23. L'adolescenza risulta essere il periodo più delicato nell'iter di crescita, per questo un buon rapporto con la famiglia, un ambiente scolastico motivante e delle soddisfacenti relazioni interpersonali, sono elementi che contribuiscono al raggiungimento di un buon equilibrio mentale. Di contro, l'uso di sostanze quali alcol, cannabinoidi, eroina, può procurare, in soggetti già predisposti, delle serie patologie mentali in età adolescenziale, adulta e nella maturità. Nello specifico, l'uso di spinelli può compromettere seriamente lo sviluppo cerebrale degli adolescenti. La cannabis, infatti, altera la capacità di sviluppo dei neuroni con la conseguenza che, nel tempo, il cervello diventa più debole e vulnerabile all'insorgere di psicopatologie. Nonostante queste allarmanti scoperte i giovani non sembrano minimamente limitare l'utilizzo di sostanze di abuso, e allora ci si domanda: il malessere giovanile è superiore al rischio?

venerdì 30 gennaio 2009

Il fiore della felicità


L’erba di San Giovanni è migliore del Prozac nella cura della depressione. Questo è quanto emerge da uno studio effettuato nel Centro di Medicina Complementare di Monaco di Baviera condotto da Klaus Linde, medico omeopata. I ricercatori hanno scoperto che il principio attivo dell’erba di San Giovanni – il cui nome botanico è Hypericum perforatum - presenta la stessa efficacia del Prozac e del Seroxat – i più comuni antidepressivi. Non solo. Il rimedio a base di erbe presenta meno effetti collaterali e in Germania, dove si fa uso massiccio di iperico, viene somministrato anche a bambini e adolescenti. L’erba di San Giovanni è una comune pianta erbacea dai fiori giallo oro che cresce ovunque in città e campagna e fiorisce nel periodo Giugno – Luglio. Pare che già greci e romani ne facessero uso per curare ferite e ustioni. Solo recentemente tuttavia, si è scoperta la capacità di influire positivamente sul tono dell’umore, tanto da essere definita un vero e proprio antidepressivo naturale. L’iperico può essere assunto sotto forma di capsule, infusi, soluzioni, costa meno dei farmaci tradizionali e non necessita di prescrizione medica. Ancora non è chiaro il suo meccanismo d’azione, anche se, l’ipotesi più accreditata, è che riesca a trattenere la serotonina a livello neuronale al pari dei farmaci antidepressivi di sintesi. Oggetto dello studio – i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cochrane Library – sono state 29 ricerche effettuate su un campione di 5.489 persone affette da forme lievi, gravi e gravissime di depressione. Le reazioni dei pazienti alla somministrazione del Prozac, dell’erba di San Giovanni e del placebo - falsa medicina costituita da pillole di zucchero del tutto innocue – hanno dimostrato l’assoluta efficacia della pianta. In un fiore il segreto della felicità?

mercoledì 28 gennaio 2009

L' Op-Art e gli inganni del cervello


...si muove o non si muove?